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Belcea Quartet

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Messaggio Da sordo Sab Set 19, 2020 11:44 am

Ormai sono circa un mesetto che li ascolto , il Beethoven , il Brahms ,Janacek , Schubert, posso scrivere con certezza che ci troviamo innanzi ad un ottimo quartetto , sia la prima formazione(forse la migliore) che la seconda.
Il primo di Janacek è meraviglioso sia per la scelta del fraseggio(seconda formazione) per l’espressività contenuta ,,,,il Beethoven pur non arrivando ai vertici assoluti interpretativi , li sfiora , avendo dalla sua anche una ottima registrazione , unico neo l’aver mescolato, usando il metodo “a cazzo di cane” , i quartetti sui cd senza alcun criterio.\
L’opus 34 di Brahms(seconda formazione)ed i quartetti di Bartok(prima formazione) sono eccellenti , come anche la Trota , dove vedi guizzarla in mezzo al sapiente fraseggio e alle dinamiche mai urlate,segno di sapienza interpretativa , il canto anche esso usato con parsimonia ,cameristico e mai operistico , forse l’unica pecca la trovo in alcuni forte dove tendono ad esser assomilabili ad alcune formazioni filologiche(peril suono tendente un pò all’acido)
Il Belciù(come si pronuncia) è un quartetto da seguire con attenzione.
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Messaggio Da sordo Lun Set 21, 2020 12:55 am

Il quintetto di Shostakovich è un altra interpretazione capolavoro del B.Q. , riescono a rendere il quintetto con piano in modo lirico , con un canto controllato che non è mai lancinante , il pianista poi è (Anderszeski) incisivo , chiaro e dinamico.
Dopo la magnifica fuga adagio , lo scherzo allegro è interpretato con un suono vetroso ma sempre con una attenzione (vedi fraseggio in alcuni momenti) illuminante.
L’intermezzo lento parte con la melodia suonata dal violino e con i pizzicati d’accompagnamento , come lo rende la B. , lirico e triste , il suono è bellissimo , l’espressione è controllata , mai esagerata od effettistica , gli altri seguono magnificamente fino al fortissimo , declamato con veemenza , per poi riprender con altro timbro fino alla fine in una sorta di racconto tipico russo.
Allegretto è interpretato come fosse una sinfonia , ed è un movimento che di allegro non ha nulla se non il titolo , mesto il ritorno ,  dopo il volo pindarico , l’atterraggio nell’inferno sovietico.
Il B. non poteva far di meglio che aggiungere dopo il quintetto per piano il quartetto nr3 op73 , anche qui l’interpretazione è profonda ed originale , ascolta come fraseggiano nel primo movimento(fai caso,,,il quintetto finisce con un allegretto ed il quartetto inizia con un allegretto , sembra che il quartetto sia una prosecuzione dell op 57)
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Messaggio Da sordo Ven Ott 02, 2020 6:40 pm

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Il Belcea è uno dei pochi quartetti moderni che reputo interessante(e questo mi sa che lo sapete già) ,
il quintetto di Schubert per due violoncelli è un capolavoro( anche questo lo sapete,,,)difficile da interpretare.
L’int. del B. è assai strana , non è classificabile in una categoria univoca , ha dei momenti dal suono sublime e ispirato e poi degli altri crudi ,violenti , i due violini usando poco il vibrato creano dei suoni lancinanti.
Sono ormai al terzo ascolto e non sono riuscito ancora a capire , devo anche aggiungere che la registrazione della EMI non è delle più felici.
Per onestà , bisogna anche scrivere , che la prima violinista non è per quantità  di suono un portento , ma forse proprio questa sua caratteristica la fa , li fa esser interessanti.
La “piccola pecca”si traduce in un approccio più meditato rispetto al violinista che ha qualità eccelse(intendiamoci mica stiamo scrivendo di una che non è capace a suonate , ha solo un suono esile , un pò come la Haskil) e ne viene trascinato , nel B. è la testa che comanda.
Globalmente l ‘interpretazione è piena di contrasti , ai sublimi adagi(2 mov.) si contrappongono passaggi furenti e cadenzati (allegri e scherzo), ma quest’ultimi sono allo stesso tempo cesellati, il suono passa dal forte al pianissimo e da un suono strappato , acido alla delicatezza del velluto.
Folle ma assai bello.
Anche il successivo quartetto D887 segue questa direttiva , le prime note sono cazzutissime ,,,per poi calmarsi e volare leggere e poi ancora riprendere forte ma senza la cattiveria iniziale , una interpretazione sicuramente moderna che prende insegnamento dal quartetto Alban Berg , forse il primo ad interpretare usando grandi contrasti ma sempre attento alla bellezza del suono , il B. invece pone in risalto(mi sembra) l ‘espressione e per far ciò usa anche un suono che potrebbe sembrar , anzi è , sgraziato , grezzo , vetroso , acido.
I bellissimi temi del primo movimento vengono alternati , alla violenza brutale seguono dei momenti sublimi , mi ricordano certe interpretazioni Furtwangleriane.
La Morte e la fanciulla è l’ultimo quartetto dei cd(due)  , anche qui l’interpretazione può ad un ascolto superficiale apparire sgraziata , ma il diabolico uso delle variazioni del tempo all’interno dei movimenti , le dinamiche folli , sia nei pianissimi che nei fortissimi , rende l’interpretazione assai originale(che di per sè non è un merito).
L’allegro dura 16 minuti e non te ne accorgi , l andante con moto viene suonato con poco vibrato e l’effetto è spettrale , i timbri sono da parte dei violini tendenti all’acido mentre viola e cello sono caldi , corposi.
Colpisce la compattezza e la tensione , come scrivevo d’impronta prettamente Furtwalgleriana , non quella vantata dal quartetto Italiano che si risolve in una sorta di guida “spirituale” ,  il Belcea mette in pratica  non solo lo spirito ma anche l’aspetto  sonoro più brutale.
Questo doppio cd sta diventando una ossessione(piacevole) giornaliera , ormai son quattro giorni che almeno uno dei tre brani lo ascolto e mi piace sempre di più.
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Messaggio Da sordo Mer Dic 16, 2020 11:53 am

Credo , posso affermarlo con una dovuta certezza(Vegh 1e2 , Hungarian ecc), non ci sia interpretazione più profonda dei quartetti di Bartok effettuata dal B.
hanno tutte le qualità che amiamo in un quartetto con in più una ottima incisione, sanno esser dinamici dove serve ,senza mai esser sbavati ed urlati , sanno usare i pianissimo al limite dell’udibile , sanno esser acidi e taglienti come anche morbidi ,
Creano una miriade di sfumature mai ascoltate in altri quartetti e sono sempre corposi.
Si sente che provano fino allo sfinimento , suonano sempre , questo purtroppo ha allontanato la seconda violinista , stanca di dover subire questo eterno tour de force(è stata sostituita al meglio).
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