Opus 127.

Inizia una nuova avventura d ascolti,,,,,non è una mera ricerca alla migliore,ed ,assoluta interpretazione ,,
perchè non è possibile trovarla(io non ne sono capace),,,,
la considero solo un approfondimento ,,,,niente di più.

E’ stato ed è tuttora uno dei pochi quartetti che prediligo,,,,,,era un bel pò che non lo ascoltavo,,
edizione del 1952 con Jac Gorodetzky al secondo violino ,,,,corpo e strumenti chiari,,,capacita d’interpretazione , il saper scolpire con i suoni dei propri strumenti(quattro Stradivarius) un qualcosa,,,di unico.
il Maestoso è stringato,,,il Tema e Varizioni è la sintesi perfetta del Budapest,,,scordatevi le dinamiche sottovoce,,,l’interpretazione è suonata usando dinamiche medie,,,,nessun cesello al limite dell’udibile,,,,solo carne corposa,,,e una rilassatezza inumana, i violini sono morbidi ed espressivi ,,la viola ed il violoncello sostengono con il loro corpo ,,,,i violini,,,
Lo Scherzo segue l’idea interpretativa dei primi due movimenti,,,una sorta di anticipazione della Grande Fuga,,,anche qui la giusta dose di attributi,,,si distinguono chiaramente gli strumenti,,,il cello ,,la viola ed i due violini,,,, oggi nell’epoca degli strumenti 1 , 2, 3 , 4 ,,risulta assai strano🧐,,,una interpretazione maschia.(chissà se si può scriver)

Il B. riesce ad imporre una sorta di equilibrio Mediano (come il Quartetto Italiano) che ti fa apprezzare il tutto.
Una sorta di “perfezione” che al contrario dei quartetti moderni riesce a far prevalere la musica su tutti gli altri aspetti (secondari),,,,del tipo pippe mentali filoillogiche,,,prassi storicamente informate,,,corde di budello,ed amenità varie,,,,,il Budapest suona,,,,fà suonare Beethoven.