Anna Göckel ed i Soli,,,,

Per il suo primo cd da solista ha scelto,,,,i,,,,,Soli di Bach
la scelta non è comune e denota una certa incoscienza ,,,di solito,,,,o come in questo caso ,,una semplice voglia di misurarsi(darne una lettura in anni giovanili,,,) con la pietra di paragone di tutto il repertorio violinistico ,,,,quanti giovani violinisti affrontano,,,solo con le palle,,,tale montagna,,,,
come fosse una gara sportiva a chi arriva prima🥱

Per capire che qui siamo di fronte ad altra cosa basta ascoltare la seconda Partita,,,,,ti trovi di fronte ad una interpretazione magistrale,,,,intanto la sapienza di sceglier una dinamica media,,,sapendola variare
evitando accuratamente strappate e successivi strilli(Ciaccona,,)
stile e gusto sono ricercati e fuori dal comune,,,,, Göckel non ha bisogno di sgassare o impennare per forgiare la sua interpretazione,,,,
usa semplicemente la testa ed il cuore,,,,si concede poco vibrato,,,come da prassi odierna,,,ha dalla sua una capacità di legare in una maniera talmente sublime che non te ne rendi conto,,semplicemente è.
La scelta dei tempi è sul versante lento,,,ma non disdegna ,,,dove serve,,,,l’esser veloce
il suono è di una bellezza abbacinante ,,,,ed al tempo stesso modesta,,,,inteso come il più alto modo di esser.(colui che non ha bisogno di mostrarsi perchè è)
Il finale della Ciaccona è commovente,,,,subisce una sorta di delibazione che ricorda il Tristan,,,,



Il resto è pura gioia,,,,ogni Solo è levigato,,,,gli è dedicata una soggettiva interpretazione che lo lega,,,in modo ideale,,,ma non simile agli altri,,,,,Capolavoro.
Ascolta la grande fuga della sonata 3,,,,inizia come fosse un sospiro,,procedendo a mezza voce
non vi è alcun bisogno di recitare o declamare,,,con la solita voce impostata,,,,basta solo sapere abbandonarsi,,,,è la musica che fà da se,,,,forse.