Anner Bijlsma interpreta i soli per cello

La prima integrale , quella sul Goffriller 1669 ,,corde in budello e senza il puntale, la ho considerata secondaria rispetto alla seconda,,ho fatto male.
La principale cosa che salta all’orecchio(dell’orecchiante) è l’estrema naturalezza dell ‘interpretazione , una paradisiaca rilassatezza , un tono caloroso , morbido a volte cupo , una dizione quasi sottovoce , tempi rilassati globalmente ,,i movimenti veloci tipo la Courante della BWV 1010 vengono interpretati velocemente ma con una soavita e leggerezza che li rende,,,,lenti.
Altra cosa meravigliosa è la capacità canora supremamente controllata nella sua naturalezza(giga sempre della 1010)
Anche dove , forse , esagera nel correre ,,Prelude 1011 ,,lo fà in una maniera che rende tutto chiaro e al tempo stesso aereo e morbido , come rende il tema della Alemanda anche esso suonato con una leggierezza che mi ricorda la bellezza di Fournier.
Ne esce una interpretazione per nulla egocentrica , la musica è in primo piano , l’unico lato negativo è che forse manca un pò di brio ,,,,,,
Riascoltando la seconda edizione , quella con lo Stradivarius Servais , che mi era parsa da quando uscì la migliore,,,,oggi sorgono alcuni dubbi , la trovo un pò noiosa , l’ariosità e la fluidità della prima ed. è scomparsa.
Devo però dire che lo strumento che suona ha un timbro ed un colore unico e nella Alemande(nella prima edizione l’interpretazione era bella ma più distaccata , quasi filosofica)e successiva Sarabanda(anche qui la prima è scarna e spartana) della suite 1011 giunge ad apici sublimi.
Forse si è perso in fluidità , sicuro , ma si è guadagnato in profondità?
globalmente non c’è una unita di visione , nella prima c’era,,,trovo l’interpretazione singhiozzante,,,la prima era “legata” e fluiva meglio.
Complessivamente sono due belle edizioni , la prima esoterica , la seconda mondana.