I doveri dell interpretazione.
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I doveri dell interpretazione.
Quali sono le cose che rendono grande una interpretazione?
Cosa ci colpisce
Svariate cose,,,il tempo scelto , deve esser vario e scelto in funzione delle note da render chiare,,,le dinamiche ,,idem ,,,la scelta dei timbri,,idem,,,in fine l’espressione con cui rendi il tutto.
Ogni interpretazione è in sè giusta forse, comunica a qualcuno qualcosa?forse
perciò tutte le interpretazioni sono valide?ma non giuste
perciò ci sono molte interpretazioni?
per farci capire che una partitura ha svariate sfaccettature , tante quanti gli interpreti ed infine non ce ne può esser una definitiva ma molte.
Molte errate,poche centrate.
Per capire le errate ,non serve contare le note giuste,,,ne quelle sbagliate,,,
serve capire cosa esprime l interpretazione , se è coerente l espressione
l interpretazione sarà giusta, se l interprete si farà tramite di essa sarà per forza di cose giusta , se al contrario la partitura sarà sfruttata per esteriorizzare l’interprete sarà errata.Altra cosa fondamentale , sfugge a molti interpreti, è la capacità di sparire , il pianista non deve vestire in modo da attirar l’attenzione , deve gesticolare il meno possibile , le faccine ispirate sono il segno del vuoto espressivo.Prima la Musica.Il dovere del grande interprete è sapersi annichilire
nell’interpretazione , questo significa aggiungervi il suo ego in una sorta di collaborazione fra pari.Molti credono di esser oggettivi , tutte le mode odierne sull interpretazione fedele , originale , sono semplicemente delle cazzate inventate da pessimi interpreti , incapaci di far valere la propria genialità , incapaci di saperla miscelare al creatore.Oggi sono tutti oggettivi , pochi se non nessuno si dice soggettivo , nessuno ha il coraggio di sostenere che una interpretazione è di per se soggettiva , che se non lo fosse sarebbe la morte stessa della musica.
Il grande interprete è colui che si fonde a quello che suona , si aggiunge ad esso , in varie percentuali,,,lo modifica in senso prettamente soggettivo e diventa un unicum , perciò avremmo Bach/Gould,,,,Bach/Kempff,,,
Quanto è assurdo voler ricercare il suono del passato e la sua prassi esecutiva,,,
è una operazione senza senso , l’interprete vive oggi non ieri,,,suona strumenti evoluti , pur essendo antichi , in sale moderne molto grandi che abbisognano di volumi sonori adeguati,,,per assurdo anche l’ascoltatore , per apprezzare questi obbrobri , dovrebbe tornare ad esser un antenato,,,,,un morto a cui è facile rifilare un prodotto falso , e cosi è in molti casi.
Le composizioni sono le fondamenta su cui l’interprete costruisce l’edificio,,,per poi farlo “abitare” all’ascoltatore.
Trovo assurdo cancellare tutta la prassi interpretativa che ci ha portato fin qui , per tornare ad un passato immaginato , virtuale , l’interprete deve interpretare , deve fondere la sua esperienza con quella di tutti gli interpreti che lo hanno preceduto in una sorta di sunto evolutivo o , perchè no involutivo , e trarne le sue soggettive conseguenze.Troppo facile nascondersi dietro formulette del tipo “storicamente informato” pensando di render quello che era e non può più esser(per molteplici ragioni logiche),,,alla fine poi, se ci si pensa , rimane sempre una interpretazione soggettiva,,,
Cosa ci colpisce
Svariate cose,,,il tempo scelto , deve esser vario e scelto in funzione delle note da render chiare,,,le dinamiche ,,idem ,,,la scelta dei timbri,,idem,,,in fine l’espressione con cui rendi il tutto.
Ogni interpretazione è in sè giusta forse, comunica a qualcuno qualcosa?forse
perciò tutte le interpretazioni sono valide?ma non giuste
perciò ci sono molte interpretazioni?
per farci capire che una partitura ha svariate sfaccettature , tante quanti gli interpreti ed infine non ce ne può esser una definitiva ma molte.
Molte errate,poche centrate.
Per capire le errate ,non serve contare le note giuste,,,ne quelle sbagliate,,,
serve capire cosa esprime l interpretazione , se è coerente l espressione
l interpretazione sarà giusta, se l interprete si farà tramite di essa sarà per forza di cose giusta , se al contrario la partitura sarà sfruttata per esteriorizzare l’interprete sarà errata.Altra cosa fondamentale , sfugge a molti interpreti, è la capacità di sparire , il pianista non deve vestire in modo da attirar l’attenzione , deve gesticolare il meno possibile , le faccine ispirate sono il segno del vuoto espressivo.Prima la Musica.Il dovere del grande interprete è sapersi annichilire
nell’interpretazione , questo significa aggiungervi il suo ego in una sorta di collaborazione fra pari.Molti credono di esser oggettivi , tutte le mode odierne sull interpretazione fedele , originale , sono semplicemente delle cazzate inventate da pessimi interpreti , incapaci di far valere la propria genialità , incapaci di saperla miscelare al creatore.Oggi sono tutti oggettivi , pochi se non nessuno si dice soggettivo , nessuno ha il coraggio di sostenere che una interpretazione è di per se soggettiva , che se non lo fosse sarebbe la morte stessa della musica.
Il grande interprete è colui che si fonde a quello che suona , si aggiunge ad esso , in varie percentuali,,,lo modifica in senso prettamente soggettivo e diventa un unicum , perciò avremmo Bach/Gould,,,,Bach/Kempff,,,
Quanto è assurdo voler ricercare il suono del passato e la sua prassi esecutiva,,,
è una operazione senza senso , l’interprete vive oggi non ieri,,,suona strumenti evoluti , pur essendo antichi , in sale moderne molto grandi che abbisognano di volumi sonori adeguati,,,per assurdo anche l’ascoltatore , per apprezzare questi obbrobri , dovrebbe tornare ad esser un antenato,,,,,un morto a cui è facile rifilare un prodotto falso , e cosi è in molti casi.
Le composizioni sono le fondamenta su cui l’interprete costruisce l’edificio,,,per poi farlo “abitare” all’ascoltatore.
Trovo assurdo cancellare tutta la prassi interpretativa che ci ha portato fin qui , per tornare ad un passato immaginato , virtuale , l’interprete deve interpretare , deve fondere la sua esperienza con quella di tutti gli interpreti che lo hanno preceduto in una sorta di sunto evolutivo o , perchè no involutivo , e trarne le sue soggettive conseguenze.Troppo facile nascondersi dietro formulette del tipo “storicamente informato” pensando di render quello che era e non può più esser(per molteplici ragioni logiche),,,alla fine poi, se ci si pensa , rimane sempre una interpretazione soggettiva,,,
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