Maria Narodytska Beethoven opus 7 & 111

Cosa ci colpisce ,,principalmente,,,in una interpretazione pianistica,,,ognuno di noi ha una risposta univoca e soggettiva,,,quello che mi impressiona è l’aura espressiva,,,un qualcosa che ti raggiunge,,,ma è impalpabile,,,,possiamo chiamarla anche capacità da parte dell’interprete di saper legger quello che non è scritto sulla partitura,,,ed è la cosa più difficile che ci sia,,,
In queste interpretazioni illuminanti ,,tutto il resto ,,,dinamiche,,tempi,,,colori,,,ecc,,,
è piegato alla scoperta del non scritto,,,
Come descriver a parole un qualcosa che esiste(ma anche non esiste) solo nella nostra testa,,,l’interprete suona,,,ma poi deve esserci un ascoltatore che percepisce quelle cose non “scritte”
Ogni brano musicale ha molteplici interpretazione,,,tutte lecite,,,alcune più,,altre meno,,
ognuna di esse ha il suo ascoltatore privilegiato,,,,ognuna di esse parla ad una parte di noi,,,
la stimola,,,la esalta,,,,perciò potremmo forse dire che ascoltiamo quello che è intrinsecamente in noi,,,quello che siamo
Tutta questa pippa per introdurre una pianista ,,giovane e fenomenale,. Maria Narodytska,,,,interpreta due sonate di Beethoven,,,l opus 7,,,,e mi lascia senza parole per la naturalezza con cui lo fà,,,sonata giovanile in cui di solito si esagera un pò,,,,qui no.
Poi si passa alla vetta assoluta la 111,,,basta ascoltare le note introduttive per capire in cosa differisce una interpretazione illuminata,,,,cosa la distingue dalle altre,,,,le note che non ci sono,,,
che sono in lei,,,,,ed un poco anche in me.
L Arietta è un luogo dove ci si perde,,,ma è il luogo dove vorrei stare.