Heidsieck,,un genio
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Heidsieck,,un genio
Pensavo di averne scritto invece,,,,,,H. è uno dei grandi interpreti Bachiani misconosciuti(i sommi lo sono tutti)
la caratteristica che lo fà stagliare sopra tutti è la capacita rara di saper cantare Bach come nessun altro(solo Gould gli è pari) , non c’è un secondo di noia o di stanchezza interpretativa(sinonimo del mancato approfondimento) nelle due Suite Franzose (5 e 6) i 5 preludi e fuga dal Clavier sono strepitosi,,,,se devo assimilarlo ad altro grande interprete direi Fournier , condivide con lui bellezza del suono , il portamento e l’eleganza ed una chiarezza espositiva assoluta.
Pecche? direi nessuna,,,le Partite 4,5,6 sono dei capolavori e confermano H. come grande interprete Bachiano , la sua ricercatezza sonora me lo fa paragonare a Michelangeli , la sua esposizione è di una chiarezza disarmante , le dinamiche calibrate alla perfezione per render il tutto scorrevole ed elegante.
Il suo cantabile è austero , funzionale all’insieme e mai bellettistico-
Beethoven opus 106 , interpretazione fuori dai canoni , cesellata , serena mai indiavolata.
Mozart,,, quattro concerti(491 e 467-488 e 466-503 e 595) si potrebbero definire interpretazioni da camera , dove i fiati sono presenti alla stregua degli archi , il suono del piano è corposo e luminoso , equilibrato in sintesi , l’apice interpretativo H. lo raggiunge in uno strepitoso K503
,,,più vado avanti negli ascolti più mi rendo conto di avere a che fare con un ottimo interprete e non capisco il perchè non sia stato posto fra i grandi?
Interpretare Beethoven (106) con suono e mano leggera , quasi fosse Bach,,,,
e Mozart con un suono rotondo e corposo,,,,,e tutti e due senza mai esagerare,,,
Altro capolavoro interpretativo sono le Suite di Handel(429-441-436-438) degne di Bach,,,,,
la caratteristica che lo fà stagliare sopra tutti è la capacita rara di saper cantare Bach come nessun altro(solo Gould gli è pari) , non c’è un secondo di noia o di stanchezza interpretativa(sinonimo del mancato approfondimento) nelle due Suite Franzose (5 e 6) i 5 preludi e fuga dal Clavier sono strepitosi,,,,se devo assimilarlo ad altro grande interprete direi Fournier , condivide con lui bellezza del suono , il portamento e l’eleganza ed una chiarezza espositiva assoluta.
Pecche? direi nessuna,,,le Partite 4,5,6 sono dei capolavori e confermano H. come grande interprete Bachiano , la sua ricercatezza sonora me lo fa paragonare a Michelangeli , la sua esposizione è di una chiarezza disarmante , le dinamiche calibrate alla perfezione per render il tutto scorrevole ed elegante.
Il suo cantabile è austero , funzionale all’insieme e mai bellettistico-
Beethoven opus 106 , interpretazione fuori dai canoni , cesellata , serena mai indiavolata.
Mozart,,, quattro concerti(491 e 467-488 e 466-503 e 595) si potrebbero definire interpretazioni da camera , dove i fiati sono presenti alla stregua degli archi , il suono del piano è corposo e luminoso , equilibrato in sintesi , l’apice interpretativo H. lo raggiunge in uno strepitoso K503
,,,più vado avanti negli ascolti più mi rendo conto di avere a che fare con un ottimo interprete e non capisco il perchè non sia stato posto fra i grandi?
Interpretare Beethoven (106) con suono e mano leggera , quasi fosse Bach,,,,
e Mozart con un suono rotondo e corposo,,,,,e tutti e due senza mai esagerare,,,
Altro capolavoro interpretativo sono le Suite di Handel(429-441-436-438) degne di Bach,,,,,
Ultima modifica di sordo il Mer Nov 17, 2021 2:41 pm - modificato 1 volta.
Re: Heidsieck,,un genio
Che fine Beethoveniano , lo si capisce benissimo nell’interpretazione della sonata Op 2 nr2 , vi troviamo il “tutto”,,,l’invenzione , il canto il bel suono unito al cesello,,,,,Kempff nella memoria.
Incise una integrale delle sonate perla EMI francese che passò , almeno da noi , sotto silenzio , oggi ascoltandola perla prima volta mi rendo conto della statura gigantesca di H. , della sua capacità di mediare fra le mille possibilità interpretative senza mai esagerare , rendendo l’ascolto di una piacevolezza unica.
La mitica opus 106 , di solito affrontata molto sturm und dranghe,,,sempre troppo ,,,
H.la rende , mi ripeto lo so , di una bellezza luminosa , una sapiente scelta delle dinamiche , dei tempi che sono spediti negli adagi e lenti nei tempi veloci , ed infine il suo suono intrinsecamente stupendo , rendono questa interpretazione un riferimento da porre nello scaffale delle referenze assolute.
Ti accorgi che pur essendo una interpretazione soggettiva , studiata ed ispirata , non possiede quelle caratteristiche che spesso disturbano nelle altre interpretazioni dei “famosi” , qui regna una sorta di equilibrio naturale che rende(o meglio , fa credere), assurdamente , l’interpretazione “fedele” allo spirito Beethoveniano.(incisione 4-1970)
Un dono la fuga a tre voci,,,,opus 106 venne da H incisa in tre differenti registrazioni,,,,,ora capisco il prechè
Ultima modifica di sordo il Mer Ott 27, 2021 11:34 am - modificato 1 volta.
Opus 106
La opus 106 del 1957 mette in evidenza un modo originale di interpretare l adagio e sostenuto , una dizione particolare , dove il cesello delicato , chiaro , ci mostra una via mai ascoltata , le acciaccature cosi tornite , per altri versi mi ricordano il pianismo di Michelangeli , ma qui non vi è solo “estetica del cesello” ma una visione dove si è trovato un equilibrio fra le mille sfumature(la più deleteria è la retorica) che fanno l’interpretazione Beethoveniana , sublimandole in una sintesi che le riunisce quasi tutte , evitando accuratamente ogni marcatura estremizzante , in una visione che può esser sintetizzata in una sola parola,,,sublime.
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