Carmignola suona le 6 suites a violoncello solo senza basso

Sono contrario alle trascrizioni di pezzi nati per uno strumento specifico,,,riproporli per altri strumenti li rende meramente virtuosistici nel termine deleterio,,,,,di solito🫣,,,
Ma quando è Carmignola  ad affrontare quest’impresa le cose cambiano,,,,,vale l’ascolto,,
tale è la serietà sua nell’affrontare Bach,,,,che puoi aspettarti una interpretazione certamente buona,,,,in questo caso ottima.
Il cambio di registro rende le Suites ancora più mistichee spartane,,,tutta l’interpretazione è virata all’espressione più pura del verbo Bachiano,,,non vi è alcun momento dove il solista si fa prender la mano,,,,,il soggetto non è lui ,,ma la musica,,,,,lui ne è solo il mezzo tramite cui Bach si fa vivo con noi.
Trascrivere è perlopiù mettersi in vista,,,,qui no,,,,sia il trascrittore che l’interprete si piegano,,,
si metton in ginocchio e pregano,,,,come Mainardi ci ha insegnato,,,,Bach si serve non si sfrutta.
Il suono,,,il timbro,,,prettamente dimesso,,ma di una luce santa.La viola.
C. sa porger nel miglior modo possibile le frasi,,,,un equilibrio fra tutte le componenti consce ed inconsce rende l’interpretazione non solo bella esteticamente,,,,che è la parte più facile,,,,ma di più nell’aspetto espressivo riesce a far fuoriuscire una espressione controllata,,,mai forzata ne tantomeno romantica,,,ma semplicemente classica,,,,basti ascoltare la sesta suite,,,,,per esser in un luogo ideale dove le cose sono ,,,,senza sentire il bisogno di sottolinearle,,,la Sarabanda è talmente perfetta che rasenta il sovrumano,,,che forse Bach l’abbia scritta per violino