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Sinfonie di Beethoven: interpretazioni di riferimento

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Sinfonie di Beethoven: interpretazioni di riferimento Empty Sinfonie di Beethoven: interpretazioni di riferimento

Messaggio Da Giordano Dom Dic 26, 2021 6:50 pm

L’idea è nata quando ho ascoltato, sotto suggerimento di Germano, la Nona Sinfonia interpretata da Furtwaengler del 1942… “ho visto un tesoro di inestimabile valore” e mi sono detto “quanti altri patrimoni sono nascosti che posso scoprire o riscoprire”… e da lì ho cominciato la ricerca, durata da più di un anno e mezzo di ascolti, con momenti di pausa tra una sinfonia e l’altra, trovando diverse interpretazioni interessanti...  a questo punto ho deciso di fare una sintesi mettendo solo il vertice di quelle che preferisco (prendendo in esame  la sinfonia nell’insieme e non per singolo movimento), i riferimenti. Per far un esempio, sulla prima sinfonia sono stati numerosi gli interpreti che ho sentito/ascoltato, dei quali ho fatto una selezione diminuendoli a circa 20 per poi ridurli a 9 ed infine a 3.
Detto questo comunque la ricerca continuerà con meno “ossessione”, ma oggi ho voluto mettere un punto Smile .
Prima di iniziare però è d’obbligo una premessa da fare e cioè che dell’esecuzione perfetta, intesa come piena aderenza allo spartito con le relative indicazioni di tempo di Beethoven, mi interessa relativamente: ben più importante è l’interpretazione (il direttore e l’orchestra come riescono ad esprimere, liberare, rendere organica, rendere viva ed esplorare la Musica… il senso che le danno); quindi ad esempio nella Nona Sinfonia tra Wand, bella esecuzione e discreta interpretazione, e Furtwaengler, esecuzione non precisa e grandissima interpretazione, la mia preferenza ricadrà su quest’ultimo.
Precisato tutto ciò, ora presenterò le mie preferenze e solo alcuni punti di “forza” e di “debolezza” di queste interpretazioni/esecuzioni delle Sinfonie (altrimenti mi dilungherei troppo).
Veniamo all’elenco Wink .

Sinfonia n.9
Il mio riferimento della Nona è quella diretta da Furtwaengler nel 1942 (ottime quelle del ‘51 e ‘54): vi è una tensione emotiva... paura, nostalgia, forza, coraggio, dramma .... commovente... ogni orchestrale suona mostruosamente bene, sembrano si siano incarnati nella Musica... portano totalmente in un’altra dimensione  ...in generale raramente in Musica ho sentito un’interpretazione di tale levatura (forse mai) … si è superato Wilhelm.
Come difetto si può registrare qualche “acciaccatura” (come direbbe Carlotto) ed imprecisione in generale nell’esecuzione, come il ritardo nell’attacco del corno, ma per quanto mi riguarda viene superato da questa interpretazione immensa.
Attenzione su quale cd la ascoltate, ci sono delle rimasterizzazioni indecenti in giro che opprimono o distorcono il suono. Le migliori che ho ascoltato sono: in primis l’edizione della “Needle Iron”, ma purtroppo è fuori catalogo, e poi quella della Diapason D’or ancora in commercio.
Una grandissima interpretazione è quella di Abendroth del ‘51, che intensità emotiva (ricorda quella di Furtwaengler)! Una cosa che non mi convince di questa magnifica interpretazione è la soprano Laux.  Un'altra molto bella, sempre di Abendroth, è quella del 20 gennaio 1950... ed infine quella del ‘53.

Sinfonia n.8
Qui il mio riferimento cade su Karajan del 1963. Attento alle dinamiche, energico, danzante.
Il terzo movimento (tempo in minuetto), però lo trovo un po’ appesantito.
Altre ottave che hanno preso maggiormente la mia attenzione sono Klemperer live 1960  (è quella che mi ha aperto “il terzo occhio” su questa opera), Monteux (bello spirito), Kletzki (chiare le linee dinamiche) e Jochum.

Sinfonia n.7
Furtwaengler qui ha messo un’altra pietra miliare dell’interpretazione… delle diverse sue esecuzioni della settima metterei al primo posto quella del 1943: profonda, umana, sofferta, affettuosa, severa, forte, entusiasmante…
Un difetto, se così si può dire, è nell’ultimo movimento, forse gli avrei dato un po’ più di brio.

Sinfonia 6
Bruno Walter con la Columbia… rende molto bene la Pastorale… che colori… ci immerge in quel “mondo bucolico”… evocativo.. È il riferimento.
Un’altra grandissima interpretazione è quella con E. Kleiber del 1953... molto bella anche quella di Monteux.

Sinfonia n.5
La quinta è una di quelle sinfonie apparentemente di facile approccio, in realtà non lo è...  
Mengelberg del 1937 e Furtwaengler del 1943 sono quelli che per motivi diversi raggiungono vette interpretative eccellenti... “pura Musica”.
La quinta di Beethoven fatta da Mengelberg con la Royal Concertgebouw Orchestra (1937) è una grandissima interpretazione... originale e molto efficace... che classe (attenzione alla qualità della  rimasterizzazione).
Quella di Furtwaengler è una interpretazione molto intensa e travolgente…
Un esempio della differenza tra le due interpretazioni: in quella di Mengelberg l’incipit del primo movimento (ta ta ta taaa… ta ta ta taaa) sembra come presentare la situazione ai “nostri occhi” e lo svolgimento dell’opera è come se l’autore facesse vedere/sentire e spiegasse cosa c’è in profondità; mentre in quella di Furtwaengler l’incipit e lo svolgimento sono più organici, è come se un qualcosa si evolvesse davanti ai “nostri occhi”.

Sinfonia n.4
Qui la preferenza cade su Karajan del 1963… attento alle dinamiche con forte spirito… se devo trovare un difetto, è nel terzo movimento: l’avrei reso più agile e meno serioso in alcuni punti.
Altre esecuzioni che hanno destato grande interesse in me sono, in puro ordine alfabetico: Bernstein, Bohm, Kleiber, Klemperer, Ormandy.

Sinfonia n.3
Anche qui ho ascoltato diverse interpretazioni e per il momento ne ho tre che nel loro complesso mi piacciono di più:
- Furtwaengler/Berliner del 8 dic 1952, grande interpretazione; che intensità emotiva ... Furt rende viva la musica come pochi... come pecca a volte (in particolare nei fugati) tende a mettere un po’ i fiati in secondo piano, perdendo così la ricchezza della partitura in alcuni passaggi (ma questo potrebbe dipendere anche dall’incisione).
- Karajan/Berliner del 1962 invece è molto bravo a far emergere le molte dinamiche interne alla partitura, però è meno “viva” rispetto a Furtwaengler, è meno coinvolgente; insomma una interpretazione più razionale e più attenta a far risaltare le varie voci della partitura.
- L’interpretazione di Celibidache con i Münchner è meno nevrotica, incalzante, agitata, entusiasmante... ma il direttore fa suonare l’orchestra in modo incredibilmente meraviglioso... un misto di forza e di delicatezza...tutto procede in modo naturale e comprensivo... affettivo... a tratti “poesia pura”, a tratti sognante ...a tratti rassicurante... a volte ho la sensazione di essere “cullato”.
Per poter entrare in questa grande interpretazione e goderne a pieno bisogna mettersi comodi sul divano, prendersi tutto il tempo che occorre, aprire bene cuore ed orecchie senza essere agitati... ed il risultato è garantito. (Questo è valido sempre quando si tratta di grande Musica/interpretazione, ma in Celibidache è fondamentale se no il rischio è di non capirlo neanche minimamente).
Volevo dare una menzione d’onore a Karl Bohm: ha fatto anche lui una bellissima interpretazione,  ma non l’ho messa tra le mie preferite in quanto, nonostante sia bravo a far sentire le dinamiche delle varie voci, non coglie in pieno lo spirito nella parte fugata della  “Marcia funebre” (in tutti i sensi tempo centrale e cuore della terza Sinfonia).

Sinfonia n.2
Qui la scelta dell’interpretazione ricade su 2 : Walter del 1952 (potente, attenta alle dinamiche e ricca di colori) e Monteux del 1960 (soave, elettrizzante, esaltante a volte però si perde qualche dinamica e colore.. quando accade, può dipendere dal disequilibrio che viene a crearsi tra gli archi e i fiati… quest’ultimi a volte sono meno espressivi dei primi). In generale nell’interpretazione di Walter sento una migliore capacità espressiva ed attenzione dei fiati rispetto a quella di Monteux, ma nella sezione degli archi quest’ultimo è più efficace.
Altre interpretazioni molto interessanti sono: Kondrashin del 1979, poi Szell, Monteux del ’52 e Walter del ‘59.

Sinfonia n.1
Anche qui la scelta ricade su 2 interpretazioni: Walter del 1959 e Karajan del 1963. Entrambe molto belle.
In Walter del ‘59 mi piacciono i colori, le sue sfumature, soprattutto nella sezione dei fiati, facendo venire fuori meglio gli aspetti più dolci della Sinfonia… A volte sembra far un po’ fatica a dare libertà ad alcuni aspetti più brillanti del pezzo (sentire in alcune sezioni del quarto movimento “Adagio - Allegro molto e vivace”).
In Karajan del ‘63 mi piace la brillantezza e come gestisce con maestria il ritmo di questa opera… A volte invece è un po’ troppo muscolare, potente… gli archi in certi momenti sovrastano i fiati. Nell’ultimo movimento i timpani sono un po’ troppo in secondo piano.
Altre interpretazioni molto interessanti: Szell, Karajan del ’77.


P.S. Mi piacerebbe condividere con voi anche le vostre preferenze/impressioni sulle interpretazioni delle sinfonie di Beethoven così da poter esplorare ancora meglio queste magnifiche composizioni… l’unione fa la forza Wink .

- Giordano.

Giordano

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