Abendroth Hermann

Tchaikovski sin 6,,,ascolta una delle interpretazioni dirette da Abendroth,,,diciamo quella con RSO Lipsia del 28-1-1952 e ti renderai conto del perché A. è un genio.

Sto ascoltando la seconda interpretazione della 6 di Tchaikovski 17-23 settembre 1959 sempre con la Berliner,,,,bella , ma rientra nelle interpretazioni Ottime( che son poche) , rispetto a quella di A. gli archi qui sono un po' meno setosi (cosi accontentiamo pure gli amici audiofili)bei fiati , tempi classici a volte risulta un po' tronfio e strillato.
A. ha dalla sua un uso dei tempi geniale,,,,con rubati e rallentando da lasciar secchi,,,e gli archi,,,,Fricsay è una via di mezzo fra l interpretazione di Furtwangler e quella di Abendroth,,,,,che l interpreta come fosse una pastorale,,,,mi ricorda le trasparenze di Schuricht e Rosbaud.

August Sander




Fra i più grandi direttori che abbiano calcato il podio , aveva la potenza espressiva che solo un altro possedeva , una finezza che si traduceva in trasparenza ed un corpo pieno , corposissimo e mai pesante.
Si differenziava dal suo grande contemporaneo per l’impulso istintivo che lo volgeva all’improvvisazione estemporanea , l’altro ,aveva sempre questo impulso ma lo sottoponeva ad uno stretto controllo emotivo e razionale oltre che culturale.
Ascoltare le sue(le loro)registrazioni comporta l’impossibilità di poter ascoltare i direttori odierni , farlo sarebbe come bere un bicchiere d’acqua dopo aver degustato le finezze e le profondità di un Barolo.

Continuo questo lungo viaggio non con Bruckner o Wagner bensì con Brahms , altro compositore amato da A.

Il Doppio concerto , scoperto in tempi recenti , con due solisti sconosciuti , ma strepitosi.( Fritz Kirmse e Bernhard Günther tutti e due prime parti nell’orchestra Rundfunk-Sinfonieorchester Leipzig)
Questa interpretazione , rispetto ad altre più cazzute , fila via con una naturalezza , non vi è alcuna forzatura è un canto sommesso , educato , dove nulla è fuori posto , dove nessuno primeggia su l’altro , ma tutti collaborano come fossero individui dell’insieme orchestrale.

Il con per violino Con Oistrakh
Allegro non troppo inizia , sembra , che Oistrakh tendi ad impostare una interpretazione ACR , ma subito volge il tutto in lirica sfrenata e A. Lo segue con maestria Brahmsiana.
L’Adagio non vi è alcuna fretta all’entrata del violino , una sorta d’incontro d’amore ritardato , O. è di una bellezza divina,il gesto di A. è di una ampiezza e profondita impressionante , lo spessore che riesce ad ottenere dall’orchestra e al contempo una trasparenza che mette in risalto i fiati,,,,,,e sopra il cesello di O. ( a memoria non lo ricordo mai così rilassato)la sua dizione/fraseggio è da rimanere secchi,,,,,,A. lo accompagna allargando il tempo fino al finale che introduce,,,,,(al movimento più difficile) Allegro giocoso ma non troppo vivace,,,evitano la trappola della tarantella,,
E forgiano un terzo movimento roccioso , cadenzato , ma non danzerino e sempre trasparente nella sua fisicità.Non vi dico i rubato e i rallentando dove O. si scatena
Questa finisce sullo scaffale dei riferimenti.