Daniela Cammarano Suona le sonate di Brahms

Devo esser sincero,,,dopo un iniziale(più di 30 anni son passati)innamoramento per le tre sonate di Brahms,,,,è sopraggiunta una sorta di noia,,,molte interpretazioni sono fatte con lo stampino,,,tutte uguali,,,con il violino che imperversa,,,in alcuni casi strilla,,,,non cogliendo la mestizia mista a virilita e femminino,,,questa edizione è particolare,,,
per scelta dei tempi,,,
del suono dei due strumentisti,,,,
d’acciaio quello della violinista che non si disperde in effetti paraculi ,,
Alessandro Deljavan la accompagna in maniera superlativa,,,,pieno di nuance ed espressività,,,proprio da questo contrasto esce fuori una interpretazione atipica che può sembrar fredda ad un primo ascolto,,,,,,,,la violinista tende ad esser contenuta,,,,non esagera nel cantare,,,,il suo suono è Heifetziano senza averne i difetti(il correre ed il non sapersi soffermare sui certi particolari),,,è una lirica senza fronzoli,,spartana ,,,ascolta nella op 78,,,,come si arriva al climax,,,nell Adagio 6,17,,,,una sorta di stillicidio tristaniano(ancora),,con rallentando micidiale.
L’inizio dell op 100,,,,,delicato,,,mi sembra che il timbro del violino sia leggermente più morbido,,,
sinonimo del saper differenziare le interpretazioni,,,,la mente sovrasta il cuore e lo porta dove l’intelletto vuole.