Marina Tarasova

Veloci e cazzute,,,distanti da come le amo,,,,la prima ricorda per certi versi Starker,,,ma è ancor più veloce,,,la T. la rende viva,,lontana da certa accademia e dalla banalità filologica,,un bell’ascoltare,,,la seconda procede sullo stesso binario,,non ci si annoia ,,,mentre la sesta è un capolavoro interpretativo,,è completamente differente l’impostazione interpretativa,,è uno shock.
La scelta dei tempi,,,un pò più rilassati(molto) in modo da far uscire il canto,,,il legato,,la cattiveria di alcuni passaggi,,,costruisce una sorta di scala che porta al climax(Prelude)
Ascolta con che delicatezza inizia la Alemande,,,per poi rimanere un pò sopra le righe,,,qui prende il tempo giusto,,,(lento ma variato)senza corse a perdifiato,,,ma passeggiando ed osservando ogni particolare in modo da renderlo nuovo.Entri in una sorta di labirinto in cui vorresti rimanere a lungo e T. ti accontenta.
La Courante ,,,,
La Sarabande è un capolavoro(ma lo sono anche gli altri movimenti),,,definire bello il timbro della T. mi sembrerebbe sminuirlo,,,essenziale e spartano , corposo,,,le dinamiche ed il canto sono un pò sopra le righe,,,,ma chissenefrega,,,perchè suona moderno infischiandosene delle pippe progressiste dello storicamente informato.
Le due Gavotte sono danzate anch’esse in maniera assai originale,,,scolpite nell’acciaio , mai volgari,,,il canto si dispiega con stile pur usando un timbro che può sembrar aggressivo.
Globalmente sarebbe piaciuta nella sua diversità a Mainardi,,,