Massimiliano Damerini

Possibile che non lo abbia ascoltato prima,,,,,un Genio Italico,,,,
poco considerato dalla nostra stampa,,,e da quella estera,,,
comunque sia è stato lui a trovarmi,,o a farsi trovare,,,in una ricerca sul tubo,,,
di quelle che iniziano con un tema preciso e si sviluppano,,,,nell’infinito,,,trovi la tua stella,,sempre,,anzi è lei che ti trova.

La 960 di Schubert è un pinnacolo,,,di difficile interpretazione,,,pochi lo hanno dominato,,
qui D. sfoggia tutte le sue magnifiche caratteristiche,,,su tutte una cura ed un cesello maniacale per le note ed ancor di più per la Nota,,,,ma al contrario di alcuni cesellatori superficiali,,,che riescono a curare al massimo una frase(Trifonov),,,D. cesella la singola nota nell’insieme,,,cesellando così il tutto,,,,fondendola alla perfezione,,,dando così “vita”all’intera sonata,,,forse è addirittura superiore,,in ciò,,ad Arrau,,,Tutto questa “scienza” interpretativa non è sterile,,,di solito produce delle interpretazioni fredde(Michelangeli),,,qui al contrario c’è un giusto compromesso estetico,,,,un apporto moderato di pathos,,,,quello che definiremo Classico,,,,il melos,,,la sapienza del phrèn,,,,
la differenziazione dei timbri,,,le note profonde,,,,,cose mai ascoltate prima,,,,i tempi scelti in modo da far esprimer al meglio le idee musicali,,,,le risonanze,,,che son respiri,,,,(è un live 11 nov 2019),,,, “Vedi, figlio mio, qui il tempo diviene spazio”