Szigeti.
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Szigeti.
Era un pò che non mi dedicavo ad ascolti storiciLe due sonate di Bach lasciano stupefatti per l’epoca in cui furono incise(1931 e 1933) perchè fuggono al “miele”del passato guardando al futuro dei nuovi virtuosi(anni 50/70). Il suono è quadrato a volte spigoloso , i tempi medi , il fraseggio molto bello ,,,poi quando si arriva alla Siciliana S. rallenta e si bea,,,beandoci.
Il Presto successivo mostra come dovrebbe esser(è) un violinista virtuoso nella migliore accezione del termine,,,fluido,,,veloce,,chiaro,,bel suono.
La 2 sonata apre con il declamato Grave messo in risalto , anzi,,,scolpito da S. ,,,un occhio al passato ,,,un medio meraviglioso come anche il procedere,,,ed i sussurrinel finale,,,quelli portano diritti alla Fuga,,,la più grande e teribile(alla romana),,,senza il mattone messo da S. oggi ci sarebbero solo le interpretazioni filoillogiche,,,invece ci sono anche quelli che hanno saputo apprendere dai maestri del passato,,,e da questa fuga,,,S. era fra i pionieri illuminati.
La sonata Terza di Brahms S. la suona con Egon Petri ,,,direi che è una bella interpretazione , ci sono certe nuance,,,il suono di S. è paradisiaco,,,P. lo accompagna un pò nelle retrovie(incisione?),,,come presenta il tema dell’Adagio….con dolcezza virile
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