Kempff suona B.

Le mie prime Variazioni Goldberg furono quelle di K. , era il 1980(credo,,,circa) all’ora non capivo na mazza(oggi capisco mezza mazza) ma rimasi colpito dal pezzo più che dalla interpretazione(non avendo alcun paragone con cui confrontarla)
Dopo un pò arrivo Gould e Kempf venne abbandonato(è un pò quello che successe alla sua(due) interpretazione delle sonate di B.) colpevolmente fino ad oggi.
E’ sempre il caso che , inspiegabilmente , ci porta ad ascoltare quello che,,,,
orecchiamo.
Ho ripreso in mano le Goldberg di K. grazie ad un suo allievo , lo devo doppiamente ringraziare , sia per l’ascolto di ieri(Bach Partite) che per la felice “Ri-scoperta” di oggi.
Per farla breve le Variatio interpretate da Kempff sono eccellenti e devono stare sullo stesso scaffale , quello più in alto e condividere lo spazio con i di Gould e le Dinnerstein , insieme ai sommi.
La prima cosa che ti colpisce , una sorta di scappelloto , è l’aria introduttiva e non dico altro.
Il suono è quello di Kempf , bellezza classica , legato strepitoso , chiarezza di tutte le voci ,lascia senza fiato il fluire dei tempi ,quelli veloci non sembrano veloci , non c’è una nota che sia suonata forte e sgraziata , le dinamiche sono varissime ma sempre contenute,,,, è un racconto di una tale perfezione e bellezza che ti spinge a riascoltarla subito da capo.
Kempf dei mitici pianisti di quella epoca(Backhaus,Nat,Gieseking,Fischer,Cortot ecc) è uno dei pochi che porto ancora nel cuore.