Helen Merrill

Quando si pensa alle cantanti Jazz vengono subito in mente Ella Fitzgerald e Sarah Vaughan due grandissime vocalist , però oggi vorrei parlarvi di Helen Merrill una cantante bianca attraverso il suo album di debutto del 1954 su etichetta EmArcy, intitolato semplicemente “Helen Merrill”. Uno dei capolavori del genere ed un indiscusso successo del jazz mainstream (questo disco è molto ricercato dai collezionisti jazz ed una copia originale Near mint spunta prezzi altissimi, dai 1550 ai 2000 dollari). Oltre a presentare la giovane cantante dal talento unico questo disco è stato caratterizzato anche da arrangiamenti per piccoli gruppi del giovane Quincy Jones (21 anni all’epoca) e segna l'introduzione di un'altra futura stella del Jazz, purtroppo prematuramente scomparso in un incidente automobilistico all’apice della sua carriera, cioè il trombettista Clifford Brown. Qui troviamo, oltre alla bellissima voce di Merrill, un Clifford Brown all’apice del suo talento.
Per nostra fortuna non dobbiamo “svenarci” per comprare il disco originale in quanto basta comprare il CD intitolato “Helen Merril, Gil Evans & Clifford Brown” (Mid Price. Si trova facilmente su Amazon) che contiene oltre al sopracitato album di debutto anche un altro suo famosissimo disco del 1956 in collaborazione con il grande arrangiatore Gil Evans; il disco sempre su EmArcy si intitola “Dream of You”. Altro capolavoro da possedere. In questo disco troviamo oltre a Gil Evans ed il formidabile clarinettista John La Porta, uno dei primi grandissimi bassisti del Jazz nonché caposcuola del genere cioè Oscar Pettiford che suona anche in alcune canzoni dell’album di debutto.

Quindi riepilogando comprando un solo CD si porta a casa due capolavori del Jazz. Da cercare e possedere assolutamente.

Avevo dei forti dubbi se ascoltarla , non amo la Fiz ne la Sara , riconoscendo loro una capacità vocale eccellente , ma sempre orientata al,,,anvedi come cazzo canto bene.
La Hellen ha sicuramente , dalla sua parte , una caratteristica che la rende superiore alle altre due , la bellezza.
Paolo , mi sono scaricato 5 cd , credimi non sono riuscito ad ascoltarne nessuno dei 5 fino alla fine , questo modo di cantare sempre con la mezza voce da puppidù , falsa e stucchevole , mi chiedo chi possa , sano di mente , spender 1500€ per tale LP soporifero?
Puoi farla accompagnare anche da Beethoven , ma il prodotto non cambia , una voce che non ha espressione , ne sfumature ,,,che non sino sempre le stesse ,indipendentemente da quello che canta.Tutto uguale all infinito.
Una sua epigona odierna,,,carla bruni,,,, a questo punto mi scarico Doris Day.


Ps non te ne avere a male, io sono un gnurant e a volte , come in questo caso ,
ne son felice.

Carlo ognuno ha i suoi gusti. I due Lp che ho segnalato il primo con Brown il secondo con Evans mi piacciono moltissimo.
Per quanto riguarda il prezzo del primo disco con Brown dico che anche io non lo comprerei mai a quel prezzo, però oggi quello è il prezzo di mercato per una copia Near Mini (forse è così ricercato perché ci suona Brown o anche perché è un bel disco, proprio non saprei )

Credo perche ci suona Brown

Yesterday è uno delle canzoncine che  H.M. sussurra , è lo stesso pezzo che canta la Holiday in tre dischi di periodi differenti.
La prima , interpretazione strepitosa , è del 1 aprile 1952  , la voce ha tutte le sue tipiche sfumature , il brano ne è trasfigurato .(Billie Holiday-Commodore)
La seconda interpretazione è del 27 luglio 1952 , è accompagnata dall organo , la voce è più morbida , l intro è lenta ,Per poi cambiare ritmo .(RECITAL BY BILLIE HOLIDAY)
L ultimo ascolto è una registrazione live alla Carnagie hall nel 1956 , dura un minuto(rispetto ai canonici 3) è velocissima. ( The Essential Billie Holiday )
Non solo per questo , improvvisare , che amo alla follia la Holliday , qualsiasi cosa canti ha dentro l anima , la sofferenza , il cuore , la vita.
Questo la distingue dalla la H.M. , e dalle altre.
Fra la bambolina e la mignotta , preferisco quest’ultima.

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Come non darti ragione sulla Holiday anche a me piace tantissimo. Hai letto la sua autobiografia?.
Riguardo alla Merrill ribadisco che il disco di esordio è strepitoso ed è suonato alla grande da musicisti strepitosi

Ritornando al disco di esordio di Merrill lasciano esterrefatti gli assoli di Brown, ascoltare per credere.
Per quanto riguarda Holiday cliché quali il cuore , la vita, la sofferenza ritornano in ogni conversazione anche se veri ( per questo ti ho chiesto se hai letto la sua autobiografia dove essi si palesano chiaramente ).
I dischi che hai postato li ho tutti (dei Commodore ovviamente i CD in quanto gli Lp sono rarissimi, ne hanno stampati pochi). Ti invito ad ascoltare anche gli Lp Columbia che contengono le sue ultime registrazioni compreso ovviamente il famoso Lady in Satin)

Vedi , il contorno , per quanto possa esser bello , non può in alcun modo salvare il tutto.
Quelli che tu definisci “clichè” sono in sostanza quello che formano la profondità interpretativa di un qualunque solista.Lo sono per Parker , Young o Dolphy.
Quello che ti lascia esterrefatto ,  non è altro che l espressione del bello fine a se stesso,,,
è una bella donna , senza cultura e senza alcuna capacità interpretativa ,che non sia la solita ripetizione all infinito del “happy birthday mr president” .
Non mi sorprendo poi , che il nome di questa bella fanciulla manchi dal libro,,,,

The Biographical Encyclopedia of Jazz di Leonard Feather e Ira Gitler.

Non pervenuta

Ps naturalmente conosco il “periodo” migliore della Holiday , ma ho voluto qui su segnalare tre interpretazioni “tarde” per non render ancor più imbarazzante il confronto  , lo sai che ti voglio bene,,,,,,

Carlo non voglio fare l’avvocato difensore di Merrill, non mi interessa in modo particolare. Però voglio dirti che sei fuori strada quando parli di una bella donna senza cultura ( che ne sai) che canta “happy birthday mr President” . Guarda che ha una discografia ampia ed importante alle spalle e collaborazioni anche con Parker, Davis e Powell
Qui mi fermo perché non sono un fans della Merrill anche se mi diletto molto ad ascoltare i suoi primi dischi.
Anche io ti voglio bene e conosco un poco il jazz che ascolto da più di 30 anni

Carlo vedo che ami tanto la Holiday , come del resto molti me compreso, da aver messo nel tuo profilo una foto di un suo disco con una bella copertina del più famoso disegnatore di copertine di dischi Jazz di ogni epoca cioè il mitico DSM ( David Stone Martin)

Non mi sorprendo poi , che il nome di questa bella fanciulla manchi dal libro,,,,

The Biographical Encyclopedia of Jazz di Leonard Feather e Ira Gitler.

Non pervenuta

Sai perfettamente cosa siano le “marchette” , in particolar modo nel Jazz , i grandi si mantenevano lavorando con chiunque li pagasse(a volte bene)
per poi poter fare poi quello che si considera oggi i loro capolavori.
Se devo ascoltare C. Brown , lo ascolto , così come Parker , non vado a cercare collaborazioni dove c’è l incunabolo che , solo se sei uno storico dell interpretazione sei giustificato a conoscere, a te non apporta nulla e per giunta ti costringe a sentire una gatta morta che canta.

Costei rimane un sottoprodotto della cultura americana , dell easy listening , della musica da ascensore , degli audiofili , degli occhi a mandorla che si bevono la cocacola pagandola come un buon vino.
Costei è la rappresentante , una delle tante , della civilizzazione , non ha nulla a che fare con la Kultur , pur avendo frequentato personaggi che ne sono stati artefici.
Dici,,,che ne so? ,,, basta ascoltarla , il primo brano può ingannarti , speri che la solfa cambi , ma dopo aver ascoltato 10 canzoni , tutte uguali , con lo stesso timbro , bello , da oca giuliva,,,guardi alla finestra sperando che finisca

Se non avesse inciso tutti questi dischi , ma solo uno , sarebbe sicuramente un capolavoro,,,,,
di brevità

Mi arrendo

Peccato,,,proprio adesso che iniziavamo a divertirci